Necessario scegliere tra Governabilità e Rappresentatività?

Anche con il contributo del Centrosinistra lucano, la Presidente Meloni sta portando a compimento il disegno che, Pinuccio Tatarella da Cerignola-” Ministro dell’armonia” e Vice di Berlusconi, innescò con l’elezione diretta dei Sindaci. Di lì seguì il Governatorato nella Regione perché la Basilicata modificò il proprio Statuto, se ricordo, al secondo comma dell’art 48: per ricercare una stabilità che – da noi- già era stata esemplare fin dall’Istituzione (1970). Il Centrosinistra abboccò anche nelle altre Regioni, avallando lo schema che ora il Governo di Destra vuol completare col Premierato nazionale. Ne deriva che, per coerenza con quanto condiviso in comuni e Regioni (irrilevanza dei consiglieri che dispongono di sfiducia determinante nuove elezioni), i suoi iscritti saranno in imbarazzo nel caso probabile di Referendum. Dunque, la novità proposta dalla” prima donna al comando” costringe i discendenti di DC-PCI-PSI-PSDI- PRI più M5S ad aprire gli occhi, a rendersi conto che si svuoterebbe il ruolo equilibrante del Capo dello Stato (non più arbitro ma una specie di notaio che registra le decisioni altrui); e quello stesso del Parlamento,ridotto all’irrilevanza come già i Consigli regionali e comunali. Perciò toccherebbe ai suddetti eredi ridiscuterne subito il riassetto… a partire dalle Regioni in cui si vota come la Basilicata!Meloni vuole tutto nelle mani dell’eletto direttamente dal <Popolo> e con divieto di sostituzione se non con un Parlamentare dall’identico “indirizzo politico-programmatico” (cioè della stessa maggioranza).

La quale dovrebbe avere in premio il 55% da una quantità di voti anche minima: a causa dell’astensionismo, ad esempio del 20% o giù di lì, che tuttavia deciderebbe di un premier con poteri insieme esecutivi e (in dominio) del Legislativo. Così annullandosi l‘equilibrio attentamente studiato dai Costituenti per risanare il Paese dalla tragedia del fascismo! S’invoca una “terza Repubblica” per la stabilità; e però chiediamoci se la stabilità o durata coincida davvero con la governabilità: se cioè la realizzazione degl’“impegni di programma” non dipenda piuttosto dai Partiti, che li assumono e li votano con i propri Rappresentanti. In realtà constatiamo che tale obiettivo, come in Basilicata, potrebbe semplicemente non esserci ….nemmeno in forma di ombra!… Il centro della nostra questione é dunque non nel Sistema istituzionale ma nella condizione dei Partiti, ormai incapaci di coesione sia al loro interno che nell’ambito delle coalizioni. In questa situazione, come si possono assicurare la realizzazione dei programmi ed il rispetto degli “impegni!”? Anche con la famosa stabilità (più o meno) il Governatore Bardi (ora con 10 voti su 21), non ha nemmeno redatto il programma! Sicché, se si ammette che la formula del Governatorato può indurre alla stabilità, non si può ad un tempo negare che essa dimostri come la tale requisito non porti automaticamente alla “governabilità”: che la prima… non necessariamente determina la seconda! Del resto, se la stabilità si può tutelare con la “sfiducia costruttiva” (Germania) e la “governabilità” non ottenere con la “riforma” della Carta Costituzionale, la strada giusta va invece ricercata, secondo Sabino Cassese (Le strutture del potere), nella compiuta attuazione di Essa… In particolare, secondo me, regolamentando finalmente l’art 49 CC (e il 39 per i Sindacati) di modo che si assicuri la “partecipazione democratica” ed il formarsi consapevole della Volontà Politica; e si confezionino programmi e Governi coerenti, con adeguate qualità culturali, fondati sulla lealtà” di chi viene candidato. Da tempo necessita rivitalizzare la Pubblica Amministrazione, correggere la Giustizia dai milioni di processi in arretrato e per la correttezza del suo ruolo; risanare la Sanità; salvare il Mezzogiorno, etc. Rispetto a questi problemi fondamentali, la proposta Meloni risulta deviante e finisce per aggravarli con il ripescaggio del Corporativismo (privilegi a tassisti ed altri). Di tali questioni sono responsabili i Partiti, trasformatisi in “comitati elettorali” (ibidem), Perciò non si risolvono se non con la loro riforma, obiettivo cui non è certo pertinente l’elezione diretta (peraltro truccata in partenza)! Questa formula può funzionare nei piccoli comuni (dove nemmeno si trovano più disposi alla candidatura!), ma che, come non soltanto l’esperienza lucana dimostra, non funziona nelle maggiori dimensioni. Già in Basilicata-anche per dare il buon esempio- si dovrebbe subito ri-discutere l’elezione del Presidente e non più “sceglierlo” con modalità ..terribilmente divisive e conflittuali, “pomo” ormai evidente di grande discordia. Anche riflettendo che i vincenti non li sceglie effettivamente il Popolo, ma i comitati elettorali che confezionano le Liste per il predestinato Governatore; mentre è stata più affidabile la competenza nella cernita effettuata da Assemblea a sua volta già selezionata!!  ns    

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